Franco Basaglia

FRANCO BASAGLIA
Ovvero
LA LUCE DI DENTRO

Sigla: 2° Movimento Titano di GUSTAV MAHLER

(CONTINUA MUSICA + MARE+RISACCA+ GABBIANI+ VENTO)
BASAGLIA:
Io vado per queste strade di città e percorro rive. Eccomi qua tra la gente che viene che va, ove son tristezze molte e bellezze di cielo e di contrada.
(SIRENA DI NAVE)
Un poeta ha le sue giornate
come tutti gli uomini…
passeranno via come nebbia
lenti e senza un grido
che diradi foschia..
NARRATORE:
“Il soggetto” vuole imporre agli altri le proprie convinzioni con tutta la sua forza. Dimostra nel contempo ipertrofia dell’io, diffidenza nel confronto degli altri; è insomma un maniaco della notorietà, freddo, privo di morale anche se spesso si nasconde dietro affermazioni teoriche ed illusorie che suonano come ispirate ad una intensa vita interiore non accusa mai senso.di colpa, ogni azione e decisione sa di improvvisato, di discontinuo … manca, insomma, di stile nel suo modo di esistere, nel suo modo di essere nel mondo. Lei Prof Basaglia si riconosce in questa definizione?
BASAGLIA:
Perché no? Secondo la psichiatria tradizionale potrei essere benissimo uno psicopatico istrionico, ma se mi passa l’accostamento devo dirle, da buon psichiatra laureato a Padova a pieni voti nel 1949 , diplomato in neurochirurgia nel 52 e libero docente dal 58, che anche Marx, Cristo , Budda e via di seguito potrebbero rientrare nella cartella clinica che lei mi ha esposto. Con Rousseau posso affermare che è necessario farsi folli per diventare sani. E il detto popolare recita:il manicomio è scritto di fuori.
(Mozart dal Don Giovanni ‑ pezzo del Il convitato)
NARRATORE:
31 agosto 1980 ‑ una sfilata di gondole nere va verso l’isola di San Michele. Venezia sotto una bufera di vento e di pioggia, accompagna Franco Basaglia, l’uomo che ha voluto cancellare la vergogna dei manicomi, morto due giorni prima di tumore al cervello. Ironia della sorte o sorte dell’ironia? I centoventimila pazzi patentati e rinchiusi nei 94 ospedali della Repubblica Italiana salutano la loro breve stagione di libertà, smorzando i loro sorrisi negati rientrando nel buio dell’indifferenza e della sofferenza man mano che il corteo si dilegua nella pioggia e nel vento e si cancella nella laguna. Relitti del sociale. naufragheranno aggrappati alla improbabile zattera della legislazione e alle inadempienze di una riforma sanitaria che, relitto anch’essa, navigherà precariamente condotta da nocchieri di piccolo cabotaggio.
(Pioggia e vento in sottofondo)
BASAGLIA:
La follia è l’espressione di una profonda sofferenza forse la più terribile perché la più oscura nelle sue cause. Io credo sia questa la sofferenza: l’impossibilità di esprimersi e di essere capiti.
(Musica “Il matto” De Andrè)
NARRATORE: (Matto):
Ciò xe i fasisti fora? … Xè i fasisti fora?..Xe i fasisti fora? …..
BASAGLIA:
Da quando sei qui?
MATTO
Non so, fora jera i fasisti: ma xe i fasisti fora?
BASAGLIA:
No. Se vuoi puoi uscire a vedere.
MATTO:
No son miga mato mi. L’ultima volta che zercavo de andar fora pioveva che quel la mandava. Me son tuto bagnà, e son tornà indrio perchè qua drento no piovi. Xe i fasisti fora?
BASAGLIA:
Ma prima che tu venissi qui, dove vivevi?
MATTO:
Fora.
BASAGLIA:
Si ma fuori dove?
MATTO:
Fora no? Dove xe i altri.
BASAGLIA:
Gli altri chi?
MATTO:
I fasisti no?
BASAGLIA:
Ma fuori ci sono anche gli altri: uomini, donne, animali, cose insomma fiori, case
MATTO:
Casa? Me ricordo la casa! E una rondine, che mi cadde fra mezzo i piedi stremita dal freddo. Gli mostrai la rondine a un amico che mi disse portala a casa. Io intanto presi un scartoccio gli feci dei buchi acciocchè la rondinella potesse respirare io intanto la prendevo in mano, le facevo fare dei piccoli saltarelli e non mi fuggiva. La go messa su un muretto e faceva dei piccoli salti, alora mi de passion la tiravo fora contento che éla era in vita. Ma un tratto la ga ciapà el volo, con una velocità incredibile e la xe andà sul tetto de la casa. Io rimasi molto male e quando go contà a un mio amico questa storia non faceva altro che ridere e mi diceva che aveva previsto questa o una cosa di tal genere. Io rimasi deluso. Poi fu come fu. La rondine era fuggita.
BASAGLIA:
Ma secondo te, come sono le rondini fuori, adesso che è primavera?
MATTO (SUSSURRATO)
Fora no xe più rondini, fora xe i fasisti!
(Marcia Turca di Mozart -Resta in sottofondo)
BASAGLIA:
L’establishement psichiatrico definisce il nostro lavoro come privo di serietà e di rispettabilità scientifica. Il giudizio non può che lusingarci, dato che esso ci accomuna finalmente alla mancanza di serietà, di rispettabilità, da sempre riconosciuta al malato di mente e a tutti gli altri esclusi.
(sale la musica)
NARRATORE(CRONISTA):
Le apprensioni e le preoccupazioni dell’opinione pubblica dopo il recente grave fatto di sangue e dopo la notizia che nel confronto del direttore del nosocomio è stata elevata l’imputazione di omicidio colposo hanno trovata una immediata eco …..
BASAGLIA (PP) ( come di pensiero):
… Se lo avessimo trattenuto, sarebbe successo quello che è successo? Quanti gesti di rottura, di disperazione, di impotenza sono legati alle omissioni di chi dovrebbe capire.
NARR: (dalle cronache)
Non si può per un malinteso senso di difesa delle personalità dell’alienato, mettere a repentaglio la vita dell’intera cittadinanza…
BASAGLIA (PP):
… Lo psichiatra manicomiale così come chiunque altro“impazzirebbe” se fosse costretto a vivere la realtà istituzionale in cui si costringe il ricoverato, sotto l’alibi della custodia e della cura. Il medico sostiene che il paziente è pazzo e la cosiddetta sanità del medico dipende dalla cosiddetta pazzia del malato. Ognuno conferma l’altro reciprocamente.
(musica)
NARRATORE (sempre dalle cronache)
Se sono vittime di fatti della società è giusto curarli cosi: ma vi sono pazzie relative e pazzie invece ciclicamente pericolose. Come sempre solo in medio stat virtus.
(musica)
BASAGLIA (PP):
Non ho mai detto che non esiste la malattia mentale; ma sostengo che, per pochi pazienti afflitti da situazioni irreversibili, vi è una folla enorme che sta benissimo ed ha la sola colpa di essere povera e dimenticata. Non ci liberiamo per liberare gli altri, ma ci liberiamo noi se liberiamo contemporaneamente gli altri.
(Gaber Far finita di essere sani))
(Esterno parco)
BASAGLIA :
Allora le rondini le hai riviste? Sono tornate a trovarti?
NARRATORE (Matto):
Qua le rondini no torna più perchè le ga paura dei motori e dei infermieri.
BASAGLIA:
Gli infermieri, come sono, amici o nemici?
MATTO:
No so, strachi i iera e strachi i xe ;na volta i ghaveva el strangolin
BASAGLIA:
Cosa?
MATTO:
Sì, un linziol bagnà contro i grilli dei mati, l’eletrosiok dei poveri.
BASAGLIA:
E adesso invece?
MATTO:
I infermieri i xe lo stesso strachi. Ma al posto dei strangolino gavemo un grupo de mati de fora al padiglion P che i fa i disegni , buratini, strafanici, canti, bali, e un caval de cartapesta. Un caretin de legno che gira a ciamar i mati e tuti a disegnar.
BASAGLIA:
E tu vai con loro.
MATTO:
Mi vado a inciodar i assi perché son bravo falegname.
BASAGLIA:
Perché non sei con loro?
(Sottovoce)
MATTO
Go paura che sia entradi con lori i fasisti
BASAGLIA:
Non credo, son solo artisti che vogliono lavorare con voi
MATTO :
I me ga dito che forsi i me trova da lavorar zo in cità
BASAGLIA:
A fare che?
MATTO :
El falegname no ?
(Musica STACCO)
BASAGLIA:
Chiamati da me e dall’equipe, era arrivato un gruppo di animatori guidati da Giuliano Scabia scrittore e uomo di teatro. L’esperienza di due mesi, all’interno dell’ospedale psichiatrico, portò alla costruzione di un cavallo azzurro di legno e cartapesta chiamato Marco Cavallo a ricordo del vecchio ronzino che sui cinque ettari di collina, raro esempio di costruzione manicomiale in Italia (non a caso fu realizzato sotto l’Austria) raccoglieva su e giù la biancheria sporca dei reparti con una umana dedizione equina.
(Finale ROTA 8 e ½)
BASAGLIA:
IN QUESTO FAUSTO GIORNO
DI LETIZIA E DI FE’
MARCO CAVALLO MARCO CAVALLO
APPARIRA’ GIULIVO
SULLA VERANDA DEL PADIGLIONE P
MARCO CAVALLO LOTTA PER TUTTI GLI ESCLUSI.
NARRATORE:
Davanti la grande entrata c’è una fitta folla, quando il cavallo è mezzo dentro mezzo fuori Scabia grida . Questo è un momento importante. Ora Marco Cavallo sta per uscire. Con lui è tutto il manicomio che va fuori
(Su musica Rota)
NARRATORE:
L’animale azzurro seguito da 400 ammalati sfilò per le vie di della città. Adesso Marco era l’immagine della libertà e lo specchio di una realtà che nessun cittadino poteva più fingere e ignorare.
(Sale musica Rota 8 ½)
(Stop di colpo)
BASAGLIA:
…E voi psichiatri, voi direttori di manicomi, domattina all’ora della visita, quando senza alcun lessico tenterete di comunicare con questi uomini, ricordate che nei loro confronti avete una sola superiorità:la forza. Le idee dominanti sono quelle della classe dominante. Non è vero che i medici hanno aperto le porte dell’ospedale, io ho solo messo la chiave nella toppa. I ricoverati sono stati capaci di farla girare.
(Musica)
NARRATORE:
Quello che resta si ricompone, non importa il tempo, il luogo …. Beatrice è malata da tanto …. Maria, la sorella da quel tanto la raggiunge con la sua salute , la sua fatta di fuori, mondo, ricordi … nell’attimo dell’incontro s’invitano e si incontrano al di là del cancello, nella zona dove tutto è canto, anche il dolore che per gli anni non è più dolore…
(Sale eco di ninna nanna tedesca)
BEATRICE:(PP)
Si è una ninna nanna tedesca che ci cantavano sempre quando eravamo bambine …
BASAGLIA:
Ma Maria la canta in italiano…
BEATRICE:
Non sarà una lingua o uno specchio deformato a dividerci e poi oggi … è quasi primavera…
BASAGLIA:
Perché non la cantate assieme … Maria sarà contenta forse. è sempre presente alla grande festa di Marco Cavallo sarà certamente con noi …
BEATRICE:
La cantavamo anche al tramonto … molto prima del sonno… lei cominciava.. per me seguirla è sempre una gioia …. poi un giorno … Maria su, attacca….
(pronuncia prime parole in tedesco ninna nanna, interviene Maria, il canto sale sfuma lentamente..).
BASAGLIA:(Quasi in sottofondo)
Unite nell’infanzia di lingua dalla malattia stranamente italiana di Maria. ora immagine di una medesima grande illusione … l’istante della ricomposizione di quello che è stata la loro comune gioia … la loro presenza…
(sale la musica stacco)
BASAGLIA (Stentoreo)
Signori, cala il sipario sul teatro della follia. Oggi il manicomio chiude…
(Prime battute musica finale’ Qualcuno volo’ sul nido del cuculo)
MATTO:
Sior Basaglia, la saludo!
BASAGLIA:
Dove vai?
MATTO:
Fora, a inciodar la città!
BASAGLIA:
Non hai più paura adesso?
MATTO:
No, fora e drentro xe la stessa minestra! E poi le rondini xe tornade!
BASAGLIA:
Ricordi ancora la strada?
MATTO
E come no! Zò sempre drito fino al mar! Xe tanti ani che me lo sogno de note! sempre là vizin le onde con mia mama!
BASAGLIA
Addio allora, e buon…lavoro.
MATTO (PP stentoreo ):
Verzè la porta , voi de casa! Ocio che passa el falegname … Farò una cità nova tutta gialla e rossa… come un pomo delizia…
(Sale e prepotente la musica di Qualcuno volo’ sul nido del cuculo”…) ….
NARRATORE
Attento falegname, son tornate è vero le rondini, ma loro probabilmente sono ancora e sempre, là, fuori. Più vivi dei vivi!
(Si allontana Rota)
(Musica Walzer)

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